Nel suo secondo articolo la costituzione italiana, in discontinuità con la prassi affermatasi durante il regime fascista, assegna il primato all’individuo, rispetto allo Stato: i suoi diritti sono prima di tutto riconosciuti, e quindi preesistono e sono indipendenti dallo stato, e solo dopo vengono garantiti. Si riparte quindi dal fondamento del costituzionalismo liberale, nel quale si afferma l’esistenza di diritti innati dei cittadini, che lo stato deve soltanto riconoscere e regolare.
Nell’articolo 2 viene quindi riconosciuto e affermato il valore del singolo individuo, la possibilità che possa sviluppare pienamente la propria personalità, che possa fare le proprie scelte, facendo valere i propri diritti e adempiendo ai propri doveri: è su questo principio, chiamato “personalista” che è stata possibile la rinascita della democrazia italiana dopo una dittatura; è questo il principio più profondo della nostra costituzione, quello che assegna a ognuno di noi la responsabilità della nostre scelte.
La costituzione riconosce così il valore della persona sia individualmente, sia in gruppo (nelle “formazioni sociali dove si volge la sua personalità”: la famiglia, le associazioni, gli stessi partiti…). Rispetto all’individuo e alle formazioni sociali, lo stato deve limitarsi a creare una cornice dentro la quale ognuno possa fare le proprie scelte.
Il principio personalista ha ben poco in comune con il processo d’individualizzazione ed atomizzazione della società che sembra caratterizzare la civiltà occidentale contemporanea. Una società fondata sui diritti della persona non è una società individualista dove ciascuno è costretto a pensare unicamente a sé stesso. I diritti individuali costituiscono quindi la leva per l’emancipazione di ciascuno di noi all’interno di una comune cornice di libertà e pari opportunità. Infatti, all’individuo non solo vengono garantiti i diritti, ma viene anche richiesto l’adempimento dei doveri, definiti dalla Costituzione come doveri di “solidarietà politica, economica e sociale”. Non esistono diritti senza doveri né viceversa: la libertà di ciascuno è volta al miglioramento della società nel suo complesso.
Questo articolo è particolarmente importante perché ha reso possibile l’inclusione di diritti “nuovi”, che non erano stati previsti nella costituzione e che l’evolversi culturale della società ha evidenziato: pensiamo alla tutela dell’ambiente, al diritto all’abitazione, al riconoscimento della vita del nascituro e, negli ultimi tempi, all’esigenza della procreazione, alla privacy. Un “nuovo” diritto che l’evolversi della tecnica sta’ facendo emergere a livello mondiale è il diritto all’accesso in “rete” come mezzo di libertà di espressione e di emancipazione personale di ciascuno di noi.
L’art. 2 della nostra Costituzione ha agito come “valvola aperta”, anche rispetto alle trasformazioni dei diritti riconosciuti espressamente dalla nostra costituzione (pensiamo alla salute, alla libertà personale, al paesaggio).
A differenza del momento storico in cui è nato, e che vedeva un mondo dei diritti in espansione, oggi viviamo una situazione diversa: i diritti non sono più soltanto affermati e riconosciuti; il mondo dei diritti non è più un universo limpido e lineare. I diritti sono discussi, spesso si trovano in contraddizione profonda fra loro e il mondo dei diritti è oggetto di tensione e di riconoscimenti contraddittori.
Diversi sono i soggetti cui spetta il compito di riconoscere i diritti: non soltanto il legislatore, ma anche il giudice costituzionale e i giudici comuni, che in molti casi si muovono in direzioni diverse, senza un trovare un punto comune.
Il principio enunciato dall’art. 2 viene però travolto quando la politica rinuncia al metodo laico e pensa di imporre ai cittadini i valori di una parte, negando loro la possibilità di scelta. Questa circostanza si è recentemente verificata in Italia sui temi eticamente sensibili come la religione o la definizione di famiglia.
E’ nell’art. 2 che troviamo espressa la natura laica del nostro Stato, quella che riconosce la persona e garantisce le sue scelte, di qualsiasi tipo e assegna alla politica il dovere di costruire regole all’interno delle quali ognuno possa decidere in modo libero.
Il dettato della Costituzione vale per gli onesti e ligie persone, non ha piu’ alcun valore, per un cittadino italiano di nome: Silvio Berlusconi, che nella Sua qualita’ di Presidente del Consiglio dei Ministri, arrogandosi lo status di dittatore, per l’appunto tenta ogni giorno, e con ogni mezzo “illegittimo” di obliterare il sustrato costituzionale, e le leggi del nostro ordinamento.
Questi commenti sopra le righe non fanno altro che peggiorare la situazione, sono controproducenti e non sono nemmeno, invero, realistici. Inviterei chi li fa a fare un passo indietro, riflettere e leggersi la Costituzione.
E’veramente confortante incontrare giovani come voi,che vvi dedicate con tanto ardore alla dffusione della conoscenza.Siete riusciti a coinvolgere pure me,storicamente negata.I vostri commenti sono chiari ed efficaci.Grazie
Sapere che cosa dice la nostra costituzione, equivale al saper far valere i nostri diritti e doveri di cittadini, ma ci sarà qualcuno che ci prende in considerazione? E’ molto più facile a dire. Leggerò con interesse gli articoli man mano che verranno pubblicati.Grazie x questa iniziativa
la costituzione è stata scritta in modo spesso fumoso e retorico. La costituzione, che è parto della cultura di una generazione che non c’è più, non ammette che siano i cittadini a cambiarla. In questo, la costituzione stessa viola il suo articolo 1 comma 2 e apre la strada a tutti gli abusi di cui siamo vittime da 62 anni. La costituzione va riformata puntando sulla sovranità dei Cittadini sui politici. Se non ci focalizziamo su questo e continuiamo a disperderci su mille obiettivi è come se, dovendo partire per la luna, sprecassimo tempo e soldi per organizzare gitarelle a Grottaferrata (per i romani) o a Montevecchia (per i milanesi). Siamo noi che sbagliamo, e il regime ingrassa grazie alla nostra scarsa lucidità. E attenzione, il regime va da un capo all’altro dell’emiciclo, prova ne siano le 600mila auto blu italiane, per un costo di 18,2 miliardi di Euro l’anno. Con i quali potremmo pagare tutti gli interessi sul debito pubblico e investire su scuola, ricerca e occupazione.
Bellissimo il secondo articolo, ambiguo e figlio del momento in cui fu scritto il primo: : ” L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
A me piace il commento trovato in Internet che segue e riporto:
Un articolo, quello che apre la nostra Costituzione, ricco di pathos costituente. Un pathos che, se fa onore ai nostri Padri, non deve esimerci da una riflessione rigorosa ed aliena dalla deriva ideologica. A leggere e rileggere questo articolo ci si accorge che la nostra Repubblica, a differenza della stragrande maggioranza delle Repubbliche del mondo, non sarebbe fondata su un principio, un riferimento morale che rappresenti una sorta di “linea del Piave” oltrepassata la quale gli italiani si sentirebbero in dovere di mobilitarsi per difendere la propria storia, la propria identità, il proprio futuro. La Repubblica italiana non è fondata sulla libertà, come ad esempio la Costituzione americana, o sulla fratellanza, l’uguaglianza, la giustizia, il perseguimento della felicità; no, è fondata sul lavoro. Ora, tutto può essere il lavoro, tranne che un principio. Esso è una condizione dell’esistenza umana, una possibilità, per alcuni come il sottoscritto una benedizione, per tanti altri che lavorano in miniera forse è una maledizione. Sotto il profilo cristiano il lavoro è “una” delle tante dimensioni della vita che sono date all’uomo per realizzare l’umano che è in lui ma non è la sola. Una logica da quattro soldi ci porterebbe a dire che chi non vive quella dimensione non sarebbe parte della res publica, o che non farebbero parte della civitas quegli ampi settori sociali che per ragioni politiche, economiche e culturali sono ai margini del mercato del lavoro. Volendo essere precisi, l’articolo 1 della Costituzione ci dice che viviamo in una Repubblica democratica fondata sull’eventualità che domanda ed offerta di lavoro si incontrino! Inoltre, se il lavoro fosse un diritto fondativo della Repubblica, esso andrebbe massimamente garantito e andrebbero massimamente sanzionati coloro che lo disattendono. Dunque, chi dovrebbe garantire questo diritto e sanzionare i fuorilegge se non il Sovrano? E a chi appartiene la sovranità in Italia? Al popolo! Almeno così recita il secondo comma di questo articolo. Ma il popolo di per sé è un’entità astratta, a meno che non lo si voglia reificare in chissà quale grande Moloch, nel Leviatano di Hobbes, ovvero in qualche partito politico – a vocazione maggioritaria –, specialmente oggi che il partito di governo, quello del “Popolo”, non è più condizionato da “spine nel fianco” democratiche imposte dalle coalizioni. È questo il seme statalista della Costituzione italiana, un seme d’illegalità e di illiberalità denunciato da Luigi Sturzo durante gli anni ’50, in aperta polemica con Fanfani, Mattei e la sinistra DC.
Salvatore, mi permetto di correggere il tuo piccolo lapsus: ti riferisci all’articolo 1, comma 2. Il comma più vituperato dai partiti tutti nella storia dell’italia repubblicana.
per informazioni sul pensiero Federalista* / Contrattualista in merito alla sovranità dei Cittadini, vi suggerisco di andare a http://www.sovranitapopolare.net , forum , archivio documenti. L’archivio è molto ricco e istruttivo, ma richiede un po’ di volontà e costanza. Non si tratta di letture disimpegnate.
* vorrei sgombrare il campo dagli equivoci: bossi e i suoi sgangherati compagni di merende sono quanto di più distante dal Federalismo. Spesso maledico il giorno in cui il professor Miglio profferì the F word al cospetto del satrapo varesotto.
Vi ringrazio per il vostro lavoro , che è rivolto a noi cittadine e cittadini, importante conoscere i principi della Costituzione, che secondo me non è affatto superata, ed è un modello imitato da altri paesi : i nostri Costituenti sono riusciti in soli 136 brevi articoli a condensare i fondamenti della Repubblica democratica che oggi è a rischio. Dobbiamo sperare che come è già successo dopo la seconda Guerra mondiale, dopo aver toccato il fondo anche questa volta l’Italia possa risollevarsi
la nostra costituzione è molto (non poco) superata. La costituzione svizzera, per esempio, è scritta in modo molto meno grandiloquente e garantisce il primato dei Cittadini (i condòmini) sui loro rappresentatnti (gli amministratori di condominio) senza alcuna ambiguità, diversamente dalla nostra, che dalla nascita tradisce gli appetiti di egemonia della classe dirigente che la espresse. Inoltre la costituzione svizzera riconosce ai cittadini la prerogativa essenziale di poter modificare la costituzione stessa. La carta costituzionale italiana è stata scritta a ridosso della tragedia fascista, e mirava a evitare una nuova deriva populista e antidemocratica. Quello stato di cose è chiaramente superato. Ora la deriva dispotica non viene dal popolo, ma dal controllo sistematico e scientifico dei mezzi di informazione gestiti dall’alto. La causa prima dei nostri mali è l’esautoramento del cittadino a tuti i livelli della vita civile e politica. È facile obiettare che lo spettatore del grande fratello non è oggi in grado di reggere le sorti dello stato, ma in realtà la nostra unica speranza risiede in una maggiore partecipazione dei Cittadini, intesa anche come maggiore sovranità. La democrazia diretta fa crescere il senso civico dei cittadini. La loro emarginazione dalle leve del potere fa solo nascere in loro l’idea che per spuntare qualche vantaggio dalla politica l’unico strumento sia l’affiliazione clientelare. Guardate l’art 75 e l’art. 138 della nostra costituzione: entrambi esautorano i cittadini, privandoli di qualunque strumento deliberativo e legislativo rilevante. Occorre partire dal presupposto che la sovranità appartiene ai Cittadini, non ai politici, e che questi ultimi ce l’hanno rubata, abusando del proprio potere grazie allo stato moderno reificato nato con la repubblica. Se partiamo da quest’angolo visuale, potremmo veramente far partire qualcosa di nuovo e dirompente. Ricordate che nel bene e nel male tutte le rivoluzioni italiane partono dalla nostra amatissima Milano.
Quando venne approvata qualcuno disse che per essere perfetta alla nostra Costituzione mancava solo l’orario dei treni. La costituzione tedesca e quella spagnola, di pochi anni posteriori alla nostra, sono fondate su altri valori e non hanno diviso i loro paesi tra sostenitori e diffidenti come purtroppo è avvenuto in Italia. Questo l’errore più grande: non essere la Costituzione di tutti
bellissimo lavoro. andate avanti, è più prezioso di quanto a troppi possa apparire. mettere in evidenza la pericolosità delle modifiche alla costituzione è sempre un bene; anche di quelle già apportate. in quanto al tono retorico, non conosco costituzione che ne sia esente, quasi d’obbligo in una carta fondante ma la forma retorica non nasconde il contenuto di affermazione dello stato di diritto contro lo stato etico. vi leggerò con attenzione per tutti i prossimi articoli. grazie.
A casa ho il libro “la COSTITUZIONE ESPLICATA” con tutti gli articoli della prima e seconda parte. E devo dire che solo con gli ultimi avvenimenti politici la leggo e mi rodo internamente per le violazioni evidenti perpetrati da chi al governo avrebbe il dovere assoluto di difendere ( anche considerando il giuramento fatto all’atto dell’insediamento).
La vostra soluzione è molto utile per diffondere i principi costituzionale anche a chi non l’ha mai letta. E la comunicazione della stessa da giovani ad altri giovani (e non solo giovani) su FB può garantirne la massima diffusione. Un divere che spetterebbe al governo di un paese, magari inviandone una (Costituzione) gratis per tutti i cittadini. Ma sappiamo che il nostro Capataz preferisce inviare i dolciastri e melensi libri della sua vita!!! e del suo partito dell’amore!!!
Leggo qui sopra numerosi commenti disinformati e – soprattutto – con secondi fini. Non sono molto contento… Soprattutto quando questi commenti sono scritti utilizzando gli appunti imparati a memoria nelle scuole di partito (di certi partiti verdastri in particolare). Appunti che, per esempio, confondono la Dichiarazione di Indipendenza delle Colonie con la Costituzione Statunitense. Ça va sans dir, non sono molto impressionato dalle argomentazioni pseudo-legalistiche da neoconmen che hanno come fine quello di ridurre i diritti dei cittadini e delle loro associazioni diminuendo i contrappesi a poteri che se lasciati ai loro mezzi causerebbero disastri inenarrabili; siano essi poteri di destra o di sinistra (o – peggio – di centro 🙂 ).
BTW. Tanto per ribadire e mettere paletti dove li posso mettere, sto scrivendo da Lugano, dove una recente “riforma costituzionale” ha contraddetto altri articoli della Costituzione Svizzera (cfr. Art. 8). Inoltre la Costituzione Svizzera è promulgata “In nome di Dio Onnipotente”, riferendosi, ovviamente a Ganesh, il Rimovitore d’Ostacoli.
In altre parole, i fini disquisitori della Costituzione Italiana che sono apparsi qui sopra (you know who you are!) farebbero bene a recuperare “Introduzione alla Costituzione” di Bobbio (orpo! un komunista) e Pierandrei, dove un paio di concetti di base sono spiegati in maniera esemplare.
A presto
Marco Antoniotti
Immagino che Antoniotti si riferisca a me, visto che sono l’unica voce stonata in mezzo a un trionfale coro di encomî. Devo dire che scuola di partito verdastra non me l’aveva ancora detto nessuno, e mi mette davvero di buon umore. Bobbio lo leggo e cito spesso e volentieri. Buon proseguimento a tutti voi, non prima di avervi ricordato che una costituzione non è scritta da Dio in persona per essere consegnata nelle mani di Mosè. Una costituzione, per quanto sano sia il suo impianto, può contenere fior di stupidaggini, e.g. l’art. 5, il 7, il 71, il 75, il 117, il 138, la riforma del titolo quinto e diverse altre cosette. Bene sarebbe che, a quest’opera umana, altri uomini (ho detto uomini, non satrapi brianzoli) potessero, alla bisogna, apportare correzioni, mentre questo ai Cittadini italiani non è dato di fare. A quelli Svizzeri sì. Contenti voi…
PS: la costituzione italiana cita i partiti una sola volta: nell’art. 49, dicendo che i Cittadini hanno diritto ad associarsi in partiti. Vi pare che la nostra situazione rispecchi questo spirito? Va bene essere tifosi, ma andiamo… Cittadini Sovrani. politici umili servitori dei Cittadini.
Sono d’accordo con Giacomo sul fatto che la costituzione non assegna nessun ruolo particolare ai partiti, li cita solo per indicare che “non sono vietati” è possibile organizzarsi in partiti come in qualunque altra associazione, infatti i partiti sono semplici associazioni culturali, come tante altre che chiunque può formare.
Questa idea di partiti forti, di apparati, a cui i cittadini devono demandare l’esercizio del potere è un idea Egeliana, leninista, estranea alla democrazia liberale, che si è affermata in Italia dopo la guerra con il PCI ed a cui, perchè conveniente per difendere interessi e caste, si sono adattati gli altri partiti, per prima la DC.
Bene. Ora che abbiamo stabilito un paio di cosette (in particolare che il “verdastro” è un colore abominevole 🙂 ) possiamo proseguire…..
Caro Consalez,
che le Costituzioni siano delle costruzioni umane e quindi perfettibili non c’è dubbio. Ma ogni Costituzione democratica ha diversi modi di (auto)modificarsi. La nostra presuppone la mediazione delle camere e la conferma popolare. Quella Svizzera permette al popolo di votarne direttamente delle modifiche. Quella USA ha le sue procedure. Nel caso Svizzero, è chiaro che questo sta creando dei problemi (oh yeah! mi riferisco alla misura KKK-leghista sui minareti); ne deduciamo che anche la Costiituzione Svizzera è perfettibile (ma anche peggiorabile orribilmente in maniera inconsistente, come abbiamo visto). Nel caso Californiano, la possibilità di referendum propositivi (non ammessi, ad esempio, nel’Empire State) è concausa dei problemi di bilancio statali; ne deduciamo che la Costituzione del Golden State è perfettibile. La nostra Costituzione – fortunatamente – è immune da iniziative “populiste” e distruttive, come prova la sequenza della riforma del 2006, rigettata – giustamente – dal referendum popolare.
Nel nostro caso, senza entrare nei vari dettagli, non capisco perché lei se la prende ad esempio con l’articolo 71, dove invece si stabilisce che “il popolo” può proporre delle leggi, visto che questo mi sembra la “pet peeve” su cui si fissa; mi sembra inconsistente. Semmai il problema è di rendere efficace questo strumento usato pochissimo.
Detto questo io sono neutrale rispetto a “federalismo” si e/o no. Sono molto scettico quando il “federalismo” viene brandito come strumento per far passare limitazioni di diritti civili, politici ed economici, e mancanza di assunzione di responsabilità. (Sport nei quali i verdastri eccellono). La limitazione dei poteri del “centro” (sia esso partitico o governativo) è invece benvenuta.
Tutto qui.
Marco Antoniotti
PS. Il Prof. Miglio dimostrò ampiamente di non essere all’altezza della situazione consegnando al paese (vabbè, non fu solo colpa sua!) il partito verdastro che sta facendo danni orrendi alla convivenza civile. Io però l’avevo già capito ai tempi….
DISCORSO DI CALAMANDREI FATTO AGLI STUDENTI DI MILANO.
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino ipaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
P. Calamandrei, Discorso agli studenti milanesi
La carta costituzionale è solamente un documento strumentale per i potenti.
Sono Antonino Conigliaro, dichiarato fallito con sentenza del 20febbraio 1994. L’attivo della procedura è di circa 700milioni di €., il cui malloppo è ben maneggiato dalla cura
tela. Dal 1994 i miei diritti fondamentali: inviolabilità, dignità sociale, lavoro e libera iniziativa,libertà personale(privacy=0), imposizione di rendiconto in caso di reddito da lavoro, divieto di libertà di circolare o espatriare, divieto di agire in giudizio, divieto di elettorato attivo senza poter assumere alcun incarico amministrativo, divieto di lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni e divieto di libera iniziativa economica privata. Pertanto, sono privato dei diritti costituzionali da più di sedici anni; perchè per il curatore (protetto dal giudice delegato) sono più importanti i propri interessi personali che gli art.2; 3; 4; 13;16; 23; 24; 28; 35;41, della Carta Costituzionale che in circostanze come queste è solo carta straccia.
Carini, 17/08/2010 Cordiali saluti NinoConigliaro
La Costituzione Italiana purtroppo fù un compromesso tra due concezioni che volevano entrambi esser universali quella cristiana e quella marxista; per questi motivi non menziona mai la parola “cittadino Italiano ” ed affida ai partiti il compito di guidare il popolo. Un misto di Chiesa,Stalin e Mussolini
“E’ nell’art. 2 che troviamo espressa la natura laica del nostro Stato”, scusate, posso sapere i riferimenti bibliografici, compresa la pagina da cui è stata tratta questa definizione? Mi serve per la tesi, grazie mille!
Articolo 1 [Protezione della dignità umana]
(1) La dignità dell’uomo è intangibile. È dovere di ogni potere statale rispettarla e proteggerla.
(2) Il popolo tedesco riconosce gli inviolabili e inalienabili diritti dell’uomo come fondamento di ogni comunità umana, della pace e della giustizia nel mondo.
(3) I seguenti diritti fondamentali vincolano la legislazione, il potere esecutivo e la giurisdizione come diritti direttamente applicabili.
Articolo 2 [Diritti di libertà]
(1) Ognuno ha diritto al libero sviluppo della propria personalità, in quanto non violi i diritti degli altri e non trasgredisca l’ordinamento costituzionale o la legge morale.
(2) Ognuno ha diritto alla vita e all’integrità fisica. La libertà della persona è inviolabile. Solo la legge può limitare questi diritti.
Articolo 3 [Uguaglianza davanti alla legge]
(1) Tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge.
(2) Gli uomini e le donne sono equiparati nei loro diritti. Lo Stato promuove la effettiva attuazione della equiparazione di donne e uomini e agisce per l’eliminazione delle situazioni esistenti di svantaggio.
(3) Nessuno può essere discriminato o favorito per il suo sesso, per la sua nascita, per la sua razza, per la sua lingua, per la sua nazionalità o provenienza, per la sua fede, per le sue opinioni religiose o politiche. Nessuno può essere discriminato a causa di un suo handicap.
Articolo 4 [Libertà di fede e di coscienza]
(1) La libertà di fede e di coscienza e la libertà di confessione religiosa e ideologica sono inviolabili.
(2) È garantito il libero esercizio del culto.
(3) Nessuno può essere costretto contro la sua coscienza al servizio militare armato. I particolari sono stabiliti con legge federa.
La costituzione tedesca, che nasce pochi anni dopo la nostra, con molta chiarezza vincola la legislazione,il potere esecutivo e la giurisdizione nel considerare questi diritti come già acquisiti a differenza della nostra che li riconosce e li garantisce mano a mano che vengono menzionati, nei limiti della legge. Noi siamo sudditi in via di riconoscimento da parte della Repubblica o se preferisci dello Stato, mai individui che formano uno stato. E’ la libertà dei cittadini che determina la laicità dello stato mai la libertà o i diritti che lo stato concede.
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dopo un incipit interessante si prosegue con un……… “e” per cui l’articolo due potrebbe esser letto in modo atemporale ed idifferentemente: La Repubblica richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale e riconosce i diritti….etc. Prima viene la Repubblica poi l’individuo
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è vero per RENZI cambia qualcosa ,da sindaco diventa parlamentare,lascia la bici per una UTLITARIA FIAT,di colore blu, per aiutare la nosta industria italiana e tante guardie del corpo che pagheremo noi!!!!! meno male che ha preso accordi con chi pensa solo al POPOLO ITALIANO!!!!! ,ma non avete ancora capito che pensano solo al loro e che non cambia mai niete? ma chi è lo stupido che si toglie i soldi dalla tasche?voi lo fareste?per farlo bisogna amare non solo la patria ma il popolo,e saper rinunciare al suerfluo;devono andare tutti via è inutile sperare in Renzi questo sarà un ltro “inpasto”, poi vedrete!!!!!!!!
Si può invocare l’art. 2 Cost. per richiedere di essere tutelati come ‘minoranza’ in caso di aggressione psicologica di gruppo nei confronti di chi, come la sottoscritta, ha animali da compagnia un po’ ‘fuori dal comune’ (una gallina e alcuni pulcini, tutti da compagnia, che adoro e proteggo come se fossero cani o gatti) e oltre alle derisioni e aggressioni verbali ‘per dispetto’, ogni volta che sono invitata anch’io ad una cena, ordinano tutti ‘straccetti di pollo’, così da torturarmi e farmi stare male per giorni e giorni? E’ successo anche ieri l’altro. Il giorno seguente mi sono recata in questura per chiedere come posso fare per difendermi da questi attacchi deliberati e mi è stato detto che devo continuare a subire ricatti e persecuzioni in eterno. Io non ci credo e continuerò la mia battaglia legale per non essere più costretta a subire torture e ricatti (anche i più squallidi) in eterno. Grazie in anticipo a chiunque mi voglia dare un parere. simona
Cerco di rispondere a Simona di cui comprendo il dolore……. la scienza sostiene che anche le piante hanno centri nervosi figuriamoci gli animali.
In questi ultimi anni gli animali hanno visto crescere i loro diritti come certe specie di alberi…… poco si fa per i pomodori e l’insalata, anche se si sono ridotti i pesticidi.
La nostra è una costituzione che si rifà al costituzionalismo europeo e dire che è superata è una cosa senza senso.La nostra è una costituzione aperta all’internazionalismo e all’europeismo.E’ una vulgata dire che è superata.E una soprattutto costituzione liberale
I nostri ” padri costituenti” conoscevano bene quella francese, quella russa che europea non era ( quella tedesca e quella spagnola sono successive alla nostra) e quella italiana allora vigente. Dato che molti la volevano fondare sui lavoratori alla fine, con un processo riduttivo, la limitarono al lavoro, diritto che in seguito la corte costituzionale disse che si poteva nominare.
Evviva, che è quello che stavo cercando ricerca per, quello
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Maramures Grazie, buona giornata!
Tra i tanti temi che la Costituzione solleva in tema di libertà e diritti ci sono quelli soggettivi per cui la mensa nella scuola dell’obbligo non rientra tra questi. Lo Stato ti offre la scuola gratuita e la mensa sempre obbligatoria e a pagamento per cui non potrai mai mangiare un panino portato da casa. Insomma la nostra costituzione rimane liberale ma anche……. Difficile sapere dove finisce la libertà che è sempre più regolata per legge e sempre più difficile trovare discrimini tra diritti sogettivi o non soggettivi.